Dopo una settimana di “austerity” conseguente alla protesta contro la riforma del lavoro, la situazione delle forniture di carburante in Francia va migliorando. Ad eccezione di un’unica struttura Gargenville, vicino Parigi, tutti i depositi sono stati progressivamente sbloccati con l’intervento di agenti di polizia in assetto antisommossa, fa sapere il portavoce del ministro dei Trasporti, aggiungendo che “la situazione migliora in tutto il Paese”. La Total, compagnia francese di gas e petrolio, in particolare, fa sapere che tutti e nove i suoi depositi sono tornati a operare nella normalità. Complessivamente sono stati liberati 15 depositi, in Francia se ne contano complessivamente 78.

 

Le evacuazioni sono cominciate questa mattina con il deposito di Donges, nella Loira Atlantica, sbloccato senza incidenti dopo essere stato sbarrato dai manifestanti dallo scorso 17 maggio. Dopo una trattativa, l’operazione si è svolta tranquillamente. “Non siamo qui per andare allo scontro”, ha commentato uno degli scioperanti. La situazione è sempre difficile, invece, sul fronte delle raffinerie: sulle 8 totali del Paese, soltanto due sono state al momento sbloccate. In due delle quattro raffinerie Total interessate dal blocco, a Feyzin e Grandpuits, i lavoratori iscritti al sindacato hanno votato per estendere lo sciopero rispettivamente fino al 30 maggio e al 3 giugno. Un terzo delle stazioni di servizio sono ancora a secco, anche se il ministero afferma che la situazione dovrebbe migliorare nelle prossime ore. Mentre l’autorità per l’aviazione civile, fa sapere Air France, raccomanda alle compagnie aeree di rifornirsi di carburante al’estero.

Tutto questo fa capire come il pugno di ferro tra lavoratori e governo sulla riforma sia lungi dall’essere terminato. Il leader della Confederation General du Travail (Cgt), Philippe Martinez, denuncia il “clima di odio” istigato dal governo e dal padronato, dopo l’aggressione di cui sarebbe stato vittima un manifestante nella città di  Fos-sur-Mer, “volontariamente investito da una vettura” e che si “trova tra la vita e la morte”. In un’intervista alla Reuters, lo stesso Martinez detta le condizioni: l’ondata di scioperi terminerà se lunedì, al ritorno dal G7 in Giappone, il presidente Francois Hollande farà marcia indietro sulla riforma del lavoro, riportando i sindacati al tavolo dei negoziati.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here