ROMA – Il quorum al referendum sulle trivelle non è stato raggiunto: ha votato solo il 31,19% degli elettori (dato definitivo, pari a 15.806.788 cittadini che si sono recati alle urne su un totale di 50.675.406 aventi diritto) e quindi la consultazione non è valida.

Inutile quindi la netta vittoria del Sì tra chi è andato a esprimere il proprio voto (13.334.764, pari all’85,84 per cento): l’attività di estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa potrà continuare fino all’esaurimento del giacimento, per le concessioni già attive.

Il premier Matteo Renzi ha commentato a caldo il risultato: “Il governo non si annovera tra i vincitori. I vincitori sono gli ingegneri e gli operai, lavoratori delle piattaforme”, ma “massimo rispetto per tutti gli italiani andati al voto, comunque essi abbiano votato. Chi vota non perde mai”.

Poi ha attaccato i promotori del referendum: “Ma gli sconfitti ci sono, hanno nomi e cognomi. Sono quei consiglieri regionali e alcuni presidenti di regione che hanno voluto cavalcare questo referendum per esigenze personali. Per esigenze di conta interna da parte di qualcuno. È la dimostrazione che la demogogia non paga”.

Già alle 19 era chiaro come il quorum fosse un miraggio. A quell’ora aveva partecipato solo il 23,48% degli elettori. Alle 12 era a quota 8,3%, una percentuale che aveva fatto sperare il fronte per il Sì che si potesse raggiungere quel 50% più uno di elettori necessari per rendere valido il voto.

L’affluenza nelle regioni. La Basilicata è stata la regione italiana che ha registrato la più alta affluenza, con il 50,5%, unica Regione a superare il quorum. E unica provincia a superare quota 50% è stata Matera, con poco più del 53% (Potenza si è fermata al 49%). Anche in Puglia – regione molto interessata al tema trivellazioni, con il governatore Emiliano tra i maggiori promotori del Sì – l’affluenza è sopra la media italiana, anche se si ferma poco oltre il 40%. In Veneto l’affluenza è stata del 37,9%.

Maglia nera dell’affluenza in Trentino Alto Adige, Regione poco interessata dal tema trivellazioni in mare: qui l’affluenza si è fermata al 23,8%. Ma anche la Campania e la Calabria, che pure il mare ce l’hanno, hanno votato poco (rispettivemente 25,9% e 26,4%).

Tutto si è giocato su un numero: 25.393.171. Erano gli elettori che dovevano andare a votare perché il referendum fosse valido. Un obiettivo che è stato raggiunto sempre più raramente nei referendum: siamo lontani da quell’87% del referendum del divorzio del 1974. Dal 1997 (con l’eccezione del 2011, per il voto sull’acqua pubblica) il quorum non è stato più raggiunto.

Tra gli elettori all’estero, l’affluenza è stata ancora minore. Hanno votato per posta 782.709 elettori, pari al 19,81%. Lo rende noto la Farnesina, sottolineando che in Europa la percentuale delle buste restituite alle Sedi sul totale di plichi inviati è del 19,4%, in America Meridionale del 21,5%, per l’America Settentrionale e Centrale il dato è al 17,91% mentre nella ripartizione Africa-Asia-Oceania la percentuale è al 16,56%.

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