Il segretario dimissionario del Pd, in viaggio negli Usa, avrebbe cercato di organizzare un meeting con il nuovo presidente. Lo staff del tycoon: «Riceviamo solo capi di Stato o di governo».

Il segretario dimissionario del Pd vola in America, ma questa volta l’accoglienza riservatagli non comprende cene di gala e onorificenze alla Casa Bianca. Secondo fonti di Lettera43, Matteo Renzi avrebbe contattato lo staff del nuovo presidente Usa per organizzare un incontro. Ma Donald Trump non è Barack Obama, e la risposta è stata secca: riceviamo solo capi di Stato e di governo, non leader di partito. Figuriamoci poi quelli dimissionari.

LO SCAMBIO DI ENDORSEMENT CON OBAMA. A fine ottobre, Obama e consorte avevano scelto di celebrare la loro ultima cena di Stato alla Casa Bianca omaggiando con i massimi onori Matteo Renzi e la moglie (accompagnati da un drappello di italiani eccellenti). Durante la campagna elettorale americana, l’allora premier si era apertamente schierato con Hillary Clinton: una presa di posizione inusualmente esplicita per un capo di governo e per la quale era stata criticato. Da parte sua, Obama aveva sostenuto l’amico Matteo nella sua battaglia per il referendum costituzionale. Uno scambio di endorsement non andato esattamente a buon fine.

RENZI SI SFILA DALLE GRANE DI PARTITO. «Mentre gli organismi statutari decidono le regole del Congresso, io sono in partenza per qualche giorno per gli Stati Uniti. Priorità: imparare da chi è più bravo come creare occupazione, lavoro, crescita nel mondo che cambia, nel mondo del digitale, nel mondo dell’innovazione», aveva annunciato l’ex premier sfilandosi dalla Direzione del Pd. Non incontrerà, tuttavia, chi è più bravo a vincere alle urne.

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