L’olimpionica azzurra resta fuori dal podio per 26/100 nei suoi 200 sl, vinti da Katiel Ledecky su Sarah Sjostrom e l’australiana McKeon

Fede, nooo! Medaglia di legno. Che disperazione. Una jattura, proprio così. Ma lo sport è questo: bisogna accettare il verdetto del cronometro, sommo giudice. Un quarto posto nella finale dei 200 stile libero pienissimo di rimpianti perché stavolta è mancato poco, pochissimo per tornare sl podio e completare la collezione: 26/100. Manca infatti solo il bronzo a Federica Pellegrini ai Giochi, un metallo alla portata e che va ancora, come nel 2012 a Londra, a un’australiana: non a Bronte Baratt ma a Emma McKeon, che tocca in 1’54″92. Ha perso Fede in 1’55″18″: nel finale è mancata l’ultima bracciata per riprendere Emma. Ed è mancato lo slancio della prima vasca, più veloce ieri di questo 27″97: stavolta il recupero è stato più affannoso, risalire in una finale olimpica dal 7° e 8° posto nella seconda parte è tremendamente più complicato mentre le due più forti si ritrovavano pure spiazzate dalla corsia 7, quella in cui la McKeon ha potuto nuotare più indisturbata, facendo gara a sè. L’altro problema di Fede è stato in questo caso la corsia 3, da dove poteva vedere bene Katie Ledecky e Sarah Sjostrom che nell’ultima vasca hanno messo le gambe per l’accelerata vincente conclusa con il trionfo della Ledecky in 1’53″73, tempo che non si nuotava dal 2012 a Londra con Allison Schmitt e terzo tempo della storia, sulla svedese da 1’54″08.
Questo il commento a caldo, ai microfoni Rai, dell’olimpionica azzurra, 7a ai 50 m, 8a ai 100, 5a ai 150 metri : “Non lo so spiegare. Sensazioni diverse da quelle di ieri pomeriggio. Sono morta. Sono arrivata all’ultimo 50 che non ne avevo più. Non so spiegarmelo. Non ero tesa sapevo di potermela giocare, molto tranquillamente. Non pretendevo di vincere, ma almeno lottare per il terzo posto. Mi sembra di vivere un piccolo incubo. Rispetto a ieri mi sembrava di essere un’altra persona in acqua”

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