Dopo settimane di terrore psicologico sui devastanti effetti che l’uscita dall’Unione Europea avrebbe avuto sulla Gran Bretagna, il Fondo Monetario Internazionale fa marcia indietro fino ad ammettere che saranno proprio gli inglesi ed i loro immediati vicini a crescere maggiormente dopo la Brexit.

Non è la prima volta che il Fondo Monetario Internazionale deve ricredersi su aspetti fondamentali rispetto al proprio ruolo, dalla crisi del debito greco al futuro dell’Euro fino alle ricette di austerità in generale; è però evidente che un dietrofront del genere a così stretto giro di posta rispetto al referendum britannico ha qualcosa di clamoroso. Tanto che il parlamentare dell’Ukip (il partito che più ha spinto per la Brexit) Douglas Carswell parla esplicitamente di “problemi di credibilità” per l’istituto presieduto da Cristine Lagarde.
Dopo aver denunciato tutti i pericoli possibili ed aver previsto un rallentamento per tutti i paesi dell’Eurozona in seguito alla Brexit, l’ultimo report del FMI – segnalano gli inglesi dell’Express – prevede ora una crescita del 1,7% nel 2016 e dell’1,3% nel 2017 per la Gran Bretagna, previsione che pone l’economia del Regno Unito come la seconda migliore fra le nazioni industrializzate del G7 dopo gli Stati Uniti, davanti a quelle di Germania e Francia.

 


Paolo Barnard- ‘Cosa succede se Londra esce…

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