Il 78% degli svizzeri ha votato no alla proposta di introdurre unreddito minimo di cittadinanza. Sono le prime proiezioni pubblicate da Gfs per la televisione svizzera Srf. La proposta sottoposta a referendum prevedeva un versamento mensile garantito e incondizionato, dalla nascita alla morte. I promotori dell’iniziativa popolare, che ha raccolto 100.000 firme a favore, lo avevano quantificato in 2.500 franchi elvetici, circa 2.250 euro. Per tutti, compresi i più ricchi. I minorenni avrebbero ricevuto invece 625 franchi, pari a 560 euro. I seggi si sono chiusi alle 12. Sulla base dei risultati parziali nei cantoni di Ginevra e Basilea e delle proiezioni per il cantone di Zurigo, l’iniziativa è stata respinta rispettivamente dal 66,3%, dal 65,4% e dal 75,7% degli elettori.

L’obiettivo era garantire a tutta la popolazione di “condurre un’esistenza dignitosa e partecipare alla vita pubblica, anchesenza esercitare un’attività lucrativa” in un mondo che tende a sostituire al lavoro umano quello robotizzato, ed è stata promossa da un gruppo di cittadini indipendenti. Governo eparlamento hanno respinto praticamente in blocco la proposta.

Sempre domenica gli svizzeri si sono pronunciati anche su altri quattro temi: l’iniziativa popolare “a favore del servizio pubblico“, che è stata respinta così come quella quella “per unequo finanziamento dei trasporti”, e due modifiche legislative. In questo caso si profila un sì, con il 62% secondo dati ancora parziali, per la modifica della legge sulla medicina della procreazione che autorizza la diagnosi preimpianto (DPI): a certe condizioni gli embrioni ottenuti con una fecondazione artificiale potranno essere sottoposti a un esame genetico. Via libera anche per la nuova legge sull’asilo che mira a istituire procedure più rapide per l’esame della domande dei richiedenti.

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