Questa bella pianta selvatica appertenente alla famiglia delle Asteracee e diffusa in tutto il Mediterraneo, deve il suo nome ad un’ antica leggenda secondo la quale le macchie bianche che caratterizzano le foglie piu’ grandi, disposte a stella alla base della pianta, sarebbero dovute alle gocce di latte cadute dal seno della Madonna mentre allattava Gesù.
Fin dal Medioevo, il cardo mariano veniva utilizzato come rimedio per favorire la montata lattea, per i crampi addominali infantili, per le emorragie e come digestivo e depurativo in generale.
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Ancora oggi in fitoterapia si impiegano tinture madri o decotti derivati dai frutticini secchi (acheni) ricchi in sillimarina, principio attivo responsabile dell’attivita’ epatoprotettiva, disintossicante, diuretica e febbrifuga. L’impiego del cardo mariano e’ consigliato dopo o durante l’assunzione prolungata di farmaci, a chi consuma molto alcool, dopo intense libagioni, ai forti fumatori. L’assunzione regolare di sillimarina stimola infatti la rigenerazione del tessuto epatico, mentre ad alte dosi puo’ addirittura essere un salvavita contro l’avvelenamento da funghi.

Il contenuto in flavonolignani (fitoestrogeni) determina l’azione stimolante sulla produzione del latte materno e riequilibra l’assetto ormonale femminile, contribuendo a un benessere generale della donna anche in menopausa.

DECOTTO: versare un cucchiaio di semi di cardo mariano in mezzo litro di acqua fredda, portare a ebollizione. Far bollire per 5 minuti, spegnere e lasciare in infusione per 15 min. Filtrare l’infuso e berlo lontano dai i pasti.
CONTROINDICAZIONI: soggetti affetti da ipertensione e cefalea (contiene tiramina). Puo’ avere effetto lassativo.

A cura di Dott.sa Elisabetta Soro
Dirigente medico presso Azienda Ospedaliera città della salute, Torino

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