Roberta, 53 anni, operaia in cassa integrazione, ha ricevuto la lettera che dice quando potrà lasciare il lavoro e a quanto ammonterà l’assegno. Sperava meglio ma dice che l’iniziativa è utile perché apre gli occhi alla gente. E adesso voterà in un altro modo. Il Corriere della Sera l’ha intervistata:

ROMA «Mi è arrivata il giorno del compleanno del mio figliolo. A lui non ho detto nulla, non gli volevo rovinare la festa. Ma a me la giornata l’ha guastata. Eccome se l’ha guastata». Roberta Ciofi, 53 anni, è un operaio di terzo livello della Balducci di Montecatini, fabbrica di scarpe per bambini, quella delle mitiche correttive.

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Anzi, era. Perché la Balducci è stata travolta dalla crisi ed è condannata alla chiusura. Lei è in cassa integrazione da marzo. E due giorni fa ha trovato nella cassetta delle lettere, tra una bolletta e un volantino, pure la busta arancione dell’Inps, quella che dice quando andrai in pensione e quanto prenderai.

Come è andata?

«Mio marito si è deciso a vendere la macchina. Altrimenti non ce la si fa. E già avevamo tagliato il riscaldamento a casa, passando al pellet per risparmiare un po’. Poi dici che l’economia non gira».

Pensava di prendere di più, quindi.

«E certo. Qui dice che io posso andare in pensione nel 2020 con 1.198 euro lordi al mese. Netti sono meno di mille. Oppure posso arrivare a 2.197 euro, sempre lordi, ma devo resistere fino al 2031. Ma quanto vogliono che lavori questi qui? Io ho cominciato che avevo 14 anni e mezzo. Senza contare che la fabbrica chiude e, anche volendo, chi mi si prende?».

Scusi, ma quanto era il suo stipendio?

«Sui 1.400 netti. Ma prima guadagnavo meglio e i contributi li ho sempre pagati. Certo, se penso a mio figlio, non mi posso lamentare

Che cosa fa suo figlio?

«È ingegnere, ha 28 anni, lavora a Bologna. E lui la pensione non la prenderà mai. Ecco, dovremo risparmiare anche per lui. Per il suo futuro».

Avrebbe preferito non sapere, quindi?

«No, no. Questa cosa della busta arancione è utilissima perché così la gente comincia ad aprire gli occhi. Però è chiaro che delle conseguenze ci sono».

Nel senso che spenderà di meno?

«Non solo. Adesso ci sono le elezioni, no?».

Sì, ci sono le elezioni.

«Ecco, io ho sempre votato a sinistra. Ma mi sa che stavolta cambio rotta».

E perché?

«Hanno tanto parlato di pensioni d’oro ma poi non hanno fatto nulla. E il risultato eccolo qua. Lavori 40 anni, stai lì a cucire le tomaie tutti i giorni che ti fanno male le mani. E poi vai via con una cifra scandalosa, una cifra che non ci campi. E allora sa che cosa faccio?»

No, cosa fa?

«Se accendo la televisione e vedo che c’è un tiggì, cambio canale. Le notizie non le voglio più sentire, che poi perdo la pazienza. Preferisco guardare i cartoni animati. Come facevo da bambina».

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