«Andate a vedere lì, nel boschetto. Troverete i resti di quella poveretta…» Nel giallo di Roberta Ragusa, la donna di 44 anni scomparsa nella notte tra il 13 e 14 gennaio 2012 dalla casa in cui viveva con il marito Antonio Logli e i due figli, a Gello di San Giuliano Terme (Pisa), spunta una lettera all’apparenza ben informata. L’ennesima. Un breve testo con l’indicazione del luogo del presunto seppellimento. Era già successo, negli ultimi anni. Gli investigatori, a partire da quella mattina d’inverno in cui l’elettricista cinquantenne denunciò trafelato la sparizione delle moglie, non hanno sottovalutato nessuna pista. Via via che in caserma giungevano segnalazioni, i carabinieri sono andati a controllare vicino al campo sportivo di Gello, sulle pendici del monte Serra, in una tomba anonima mezzo scoperchiata nel cimitero del paese, in un cantiere stradale. Nulla da fare, di Roberta nessuna traccia. Ma stavolta, rispetto al passato, c’è qualcosa di più: unfile contenente un certo numero di fotografie, una delle quali indica il punto esatto della presunta sepoltura.

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Il luogo del mistero dista poche centinaia di metri dall’abitazione dei Logli, la stessa in cui il marito di Roberta Ragusa (a lungo indagato per l’omicidio, poi prosciolto e ora tornato nel mirino dopo che la Cassazione ha annullato l’archiviazione disposta dal gip nel 2015) vive con i due figli e la ex babysitter. Si tratta di un boschetto piuttosto fitto, accessibile a piedi dalla banchina della stazioncina ferroviaria di San Giuliano Terme e, in macchina, da un piazzale confinante, chiuso da un cancello. La fotografia merita un approfondimento. Al centro c’è un’area più scura, dove avrebbe ristagnato dell’acqua, causando una sorta di avvallamento: il punto indicato è questo.

Sfida agli inquirenti

E’ stata la stessa fonte che afferma di essersi rivolta agli investigatori (ma al comando provinciale dei carabinieri di Pisa fanno presente di non aver ricevuto nulla) a precisare le circostanze dell’ipotetica svolta in una lettera al Corriere. «Le foto inviate si riferiscono ad un luogo segnalatomi da una persona a conoscenza di informazioni riguardo la scomparsa di Roberta Ragusa», è la premessa, dal che si deduce un elemento importante. Il mister X è un tramite, non il depositario di «eccezionali rivelazioni» sul crimine, ma colui che le ha raccolte nei giorni scorsi. Da chi? Una donna conosciuta in paese e appartenente alle forze dell’ordine, afferma, che sarebbe stata testimone di «movimenti sospetti» nella piccola radura dentro il boschetto e che, prosegue la missiva, «indica questo luogo come possibile sito dove sarebbe occultato il corpo di Roberta Ragusa». Il breve testo si chiude con una precisazione per evitare malintesi sul punto in cui cercare: «Questo sito è situato nel retro del deposito mezzi e materiali, alla fine del marciapiede della stazione di S.Giuliano Terme». Il giallo, dopo la recente riapertura dei giochi da parte della Cassazione, riparte da qui: una fotografia. Quasi una sfida agli inquirenti, e l’esito è tutto da vedere.

FONTE: CORRIERE.IT

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