E’ ora di sfatare il mito dei benefici del latte nella dieta dell’adulto, inculcato nell’immaginario collettivo da un raffinatissimo messaggio di comunicazione a fini commerciali. Il LATTOSIO è uno zucchero, alza la glicemia, e una volta giunto nell’intestino diventa acido lattico con azione infiammatoria. Il latte vaccino contiene elevati livelli di ormoni della crescita (estrogeni e altri) in grado di squilibrare la funzionalità delle ghiandole endocrine e tutto il delicatissimo asse ormonale umano (ipofisi, tiroide, seni, ovaie, testicoli, prostata, ecc.).
In aggiunta, il latte delle vacche in allevamento intensivo (tutto il latte venduto nella grande distribuzione) contiene un ormone, l’ESTRONE SOLFATO, coinvolto nella genesi di numerosi tumori ormono-sensibili: mammella, prostata, testicoli e colon. Un altro fattore favorente i tumori al seno e alla prostata è l’Insulin-like Growth Factor (IGF-1), presente nel latte vaccino. E’ stato infatti ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumano regolarmente latte e latticini. Le donne con i tassi di IGF-1 più elevati hanno un rischio 7 volte maggiore di contrarre il cancro al seno rispetto a donne con valori bassi. Stessa cosa per il cancro alla prostata, solo che in questo caso gli uomini con maggior IGF hanno un tasso di rischio fino a 9 volte maggiore. Infine il latte vaccino è un alimento difficilmente digeribile e assimilabile per il nostro metabolismo in quanto l’uomo adulto risulta carente dei due enzimi basilari imputati a questo compito: la rennina e la lattasi. L’intolleranza al lattosio colpisce infatti il 95% dei soggetti asiatici, il 74% dei nativi americani, il 70% degli africani, il 53% dei messicani e il 15% dei caucasici, posizionando latte e latticini tra le sostanza piu’ difficilmente tollerate dall’organismo umano. Senza questi enzimi o con una loro carenza, le proteine e gli zuccheri del latte non vengono digerite correttamente e possono creare nel tempo problemi gastro-intestinali quali diarrea, flatulenza, malattie infiammatorie croniche (m. di Crohn) che, come sappiamo, sono l’anticamera delle patologie tumorali.
Per terminare, l’ultima pubblicazione del British Journal a riguardo del consumo di latte parla chiaro: la frequenza di fratture in menopausa è tanto maggiore quanto è maggiore il consumo di latte e di latticini. Da leggere assolutamente!

A cura di Dott.sa Elisabetta Soro
Dirigente medico presso Azienda Ospedaliera città della salute, Torino

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