“Ho passato i miei primi 35 anni a sognare la vita che volevo. Ora finalmente sto vivendo la vita che sognavo”. Con queste parole Clelia Mattana, 39 anni, sarda, descrive il “salto nel buio” che l’ha portata a realizzare il suo desiderio più grande: viaggiare per il mondo, libera da qualsiasi condizionamento. Dopo aver detto no ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato e ad una proposta di matrimonio, la giovane ha mollato il porto sicuro e ha prenotato un biglietto di sola andata per l’Asia. Da allora, con il suo blog “Keep Calm and Travel”, fondato nel 2012, Clelia è diventata una blogger di viaggi di successo. Con 110mila utenti unici al mese, 13mila fan suFacebook e 44mila follower su Instagram, la sua pagina è in continua espansione. “Ma la mia vittoria più grande – spiega ad Huffington Post – è quella di essere uscita fuori dalla gabbia”.

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Dalla Thailandia alla Cambogia, dalle Filippine agli Stati Uniti: Clelia oggi non ha una base, ma si sposta continuamente, seguendo il suo istinto e la voglia del momento. Il suo blog, nato in inglese, avrà presto una versione in italiano in omaggio alla sua terra natale e soprattutto alla Sardegna, le cui guide sono le più lette sul sito. La pagina serve anche da ispirazione per chi voglia provare a fare una scelta di vita simile: “Voglio far capire loro che non devono per forza rimanere ‘bloccati’ nelle loro vite, se sono infelici – spiega Clelia – le cose non saranno sempre facili, ma se hanno un sogno devono tirarlo fuori dal cassetto”.

Quando e perché hai detto “basta” alla tua vecchia vita?

“La mia storia è un po’ ‘movimentata’: non sono mai stata ferma per molto tempo. Sono andata via da casa a 19 anni per andare a studiare a Torino, poi mi sono trasferita a Roma. A 30 anni, complice la voglia di imparare l’inglese, mi sono licenziata e mi sono trasferita in un paesino vicino a Londra, dove ho fatto la ragazza alla pari. Poi mi sono spostata in città e ho iniziato a lavorare alla Burberry. Dopo il periodo di prova, mi hanno assunta a tempo indeterminato: prendevo uno stipendio sostanzioso, più di 2000 sterline al mese, e tutti mi dicevano: ‘Come hai fatto?’, congratulandosi con me. Ma io non ero felice. Sono rimasta ‘bloccata’ lì dentro per molto tempo. Non do la colpa al mio lavoro, ero io a sentirmi in trappola: i miei attacchi di panico, di cui soffro da quando ho 17 anni, si erano intensificati, avevo la gastrite tutti i giorni, quando avevo contatti con fornitori esteri sognavo sempre di raggiungere quei posti lontani. Un giorno il mio fidanzato, con il quale convivevo a Londra da 4 anni, mi ha chiesto di sposarlo: ho avuto un attacco di panico fortissimo. Lì mi è scattata la scintilla: dovevo uscire da quella gabbia e cambiare vita. Così ho prenotato un biglietto di sola andata per l’Asia”.

Com’è cambiata la tua vita da quando hai deciso di dedicarla interamente ai viaggi?

“Dunque, ricapitolando: avevo 35 anni, avevo appena lasciato un contratto di lavoro a tempo indeterminato e avevo appena rifiutato una proposta di matrimonio. Stavo completamente rimettendo in gioco tutto. Non dimenticherò mai il momento della partenza per Bangkok: piangevo, ridevo, piangevo. Avevo la sensazione di essere uscita da una prigione. Sapevo che la mia vita, per come l’avevo conosciuta fino a quel momento, era andata. Sapevo che avrei perso qualche amico e che altri ne avrei incontrati per strada. Sapevo che non avevo un biglietto di ritorno e sapevo che mi sarei arrangiata a fare qualsiasi lavoro. Da lì in poi, ogni strada si apriva di nuovo per me. Ero tornata a entusiasmarmi come una ragazzina. E, come se non bastasse, non avevo più la gastrite”.

Come riesci a viaggiare guadagnando?

“Ho creato il mio blog sei mesi prima delle dimissioni: pensavo potesse essere un buon modo per ‘aggiornare’ i miei parenti e gli amici lontani. Invece, ho visto che piano piano iniziava a crescere. Quando sono arrivata in Thailandia si è trasformato nel mio lavoro ‘a tempo indeterminato’: univa scrittura e fotografia, due mie grandi passioni, e mi permetteva di esprimermi con passione, di scrivere articoli che erano per metà guide e per metà diari. Ora è la mia fonte di guadagno principale: attraverso gli sponsor o l’inserzione di affiliati, riesco a viaggiare e a guadagnare. Sono io a dettare il tempo, però: non accetto proposte di viaggi da altri. Decido io quando e dove andare. E se voglio tenere il computer spento due mesi perché sono troppo presa a visitare un posto mi sento liberissima di farlo”.

Si può viaggiare pur soffrendo di attacchi di panico?

“Da quando ho fatto questa scelta di vita i miei attacchi si sono affievoliti, ma ne soffro sempre. Molti pensano che non sia possibile viaggiare con l’ansia, io invece no. Ovviamente, mi porto sempre le mie medicine dietro, ma non mi faccio bloccare dalle sensazioni negative. Viaggiare, anzi, aiuta, distrae la mente. E quando la paura si fa avanti, me ne frego: sono io il pilota della mia vita adesso”.

Cosa rispondi a chi è scettico verso chi fa una scelta di vita di questo tipo?

“Ho notato che c’è molto pessimismo. C’è sempre chi dice: ‘Sicuramente ha il papà che le paga tutto’, oppure ‘Si è sponsorizzata in qualche modo’ o addirittura ‘È solo merito dell’aspetto fisico’. Altri dicono: ‘Ok, ma io non me lo posso permettere’. Non voglio convincere nessuno a prendere la mia stessa decisione, ma voglio dire a queste persone di smetterla di piangersi addosso. Tutti si lamentano del proprio lavoro eppure nessuno fa niente . Se non vi piace il vostro lavoro, cambiate. Provateci, almeno. Pensate ad un piano B e mettetelo in atto, se potete. Per cambiare vita ci vuole coraggio, ci vuole passione. Io non ho alcun aiuto economico dietro, sono ripartita da zero tante volte, mi sono ritrovata anche con 100 euro nel conto in banca, ho fatto ogni tipo di lavoro, dalla maestra di inglese all’insegnante di balletto classico in Thailandia pur di guadagnarmi qualcosa per continuare a viaggiare. Ho rischiato e forse sono stata imprudente ma so che, fino a che non lo vuoi veramente, nulla cambia nella tua routine”.

Il sottotitolo del tuo blog è “Don’t Dream Your Life. Live Your Dream” (letteralmente, “Non sognare la tua vita, vivi il tuo sogno”). Perché hai scelto questa frase?

“Non è una frase fatta, è il mio motto. Riassume quello che sono: ho passato i miei primi 35 anni a sognare la vita che volevo, ora la sto vivendo. Finalmente faccio ciò che ho sempre desiderato, anche se non è sempre tutto rosa e fiori: chi giudica dall’esterno pensa che viaggiare sia solo un divertimento, non sa nulla delle notti in bianco, della fatica, del tempo passato a cercare di far funzionare il blog. Ma non ho rimpianti: oggi mi sento veramente libera. E ricordo ancora la prima busta paga della mia ‘nuova vita’, non tanto per la cifra che riportava, ma per quello che rappresentava: era la prova che con tenacia i sogni si possono realizzare e che si può davvero vivere la vita giusta per noi”.

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